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Affettate Di Mandorle Pelate

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Vengono usate in gastronomia per il loro sapore gradevolmente amarognolo. Sono utilizzate inoltre in pasticceria come essenza, come ingrediente negli amaretti, in sciroppi o liquori e in generale in abbinamento alle mandorle dolci per renderne più interessante il gusto.

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Scheda tecnica

Prodotto
Mandorle

Riferimenti specifici

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Valori nutrizionali

Ingredienti MANDORLE. Può contenere tracce di ARACHIDI ed altra FRUTTA A GUSCIO.
Dichiarazione nutrizionale valori medi per 100 g:
Energia 2528 kJ / 612 kcal
Grassi 53 g
di cui acidi grassi saturi 4,1 g
Carboidrati 2,2 g
di cui zuccheri 2,0 g
Fibre 11 g
Proteine 26 g
Sale 0,09 g
Fosforo 591 mg (84% VNR*)
Rame 1,0 mg (100% VNR*)
Manganese 2,0 mg (100% VNR*)
Indicazioni I consigli dispensati NON SONO IN ALCUN MODO DA RITENERSI DI VALORE MEDICO/PRESCRITTIVO. Le informazioni fornite sono a scopo puramente divulgativo e informativo, pertanto non intendono in alcun modo sostituirsi a consigli medici. In presenza di patologie occorre sempre consultare il proprio medico.
Nutrienti Fosforo, Manganese, Rame
VNR *Valore Nutritivo di Riferimento
Etichetta e confezionamento Le immagini sono inserite a scopo illustrativo, il prodotto può subire modifiche in base alla disponibilità di magazzino e alla grammatura selezionata.
Prodotto Mandorle

Curiosità

Il mandorlo (Prunus dulcis) è una pianta della famiglia delle Rosaceae molto longeva, che cresce fino a 5-10 m di altezza, nativo dell’Asia sud-occidentale. I fiori sono bianchi o leggermente rosati, costituiti da 5 petali e sbocciano in genere all’inizio della primavera e, qualora il clima sia mite, anche a fine febbraio. Il frutto è una drupa che si divide in esocarpo carnoso, chiamato mallo, di colore verde; e endocarpo legnoso (guscio), al cui interno contiene il seme o mandorla. Il seme è ricoperto da un tegumento detto perisperma, di colore variabile dal marrone all’ocra, molto aderente a completa maturazione.N/1N/17 

Esistono due tipi di mandorla: la dolce e l’amara. La mandorla amara, il cui uso alimentare è ridotto, contiene amigdalina, che è un glucoside cianogenetico, ovvero capace di liberare acido cianidrico, quindi tossico. Più le mandorle sono amare, più sono velenose. Tuttavia in dosi minime vengono largamente impiegate in preparazioni come gli amaretti, cui danno un gusto particolare e inconfondibile. 

La fioritura in genere avviene all’inizio della primavera, e, qualora il clima sia mite, può essere anticipata a partire da fine febbraio. 

La mandorla ha un basso tenore di corpi purinici e di cloruro di sodio: perciò è un alimento consigliato per i diabetici e per gli affetti da malattie renali, mentre non lo è per le persone anziane, essendo un alimento acidogeno. 

L’olio di mandorle dolci viene impiegato per la preparazione di unguenti, emulsioni, linimenti e saponi medicinali ed è molto diffuso anche in profumeria e in cosmesi. 

Il contenuto di vitamina E di questo frutto è eccezionale: ogni 100 g di mandorle pelate apportano vitamina E pari al 198% del valore nutritivo di riferimento, mentre per le mandorle sgusciate il valore sale al 203%. La vitamina E è un antiossidante, la cui funzione è quella di proteggere le cellule dai danni ossidativi. La parte lipidica delle mandorle viene utilizzata sotto forma di olio che si usa come emolliente per le pelli secche e sensibili. L’olio estratto dalle mandorle dolci è altamente eudermico, cioè migliora la nutrizione dei tessuti della pelle, e non comedogenico, cioè non aggrava o procura acne. Viene assorbito facilmente dalla pelle, ed è ricco in vitamina E e minerali. Può essere usato come olio da massaggio e aromatizzato con oli essenziali per profumare la pelle. 

Un’altra caratteristica predominante della mandorla è la sua alta qualità lipidica. Le mandorle infatti contengono molti grassi, la maggior parte monoinsaturi e quindi definiti “buoni”; tale caratteristica rende le mandorle benefiche per l’apparato cardiocircolatorio. I grassi buoni hanno la capacità di ridurre i livelli di colesterolo cattivo (LDL) e aumentare i livelli di colesterolo buono (HDL). 

La mandorla è contenuta nell'elenco degli allergeni alimentari (allegato 2 sez III D. Lgs. 109/1992 e s.m.i). 

Fonti: 
Nutspaper “Mandorla” 1/2008 

https://it.wikipedia.org/wiki/Prunus_dulcis 

Storia

L’origine del mandorlo è da ricercarsi senza dubbio in Asia Centrale, in quanto sono presenti numerose specie selvatiche in tutte le zone montuose che vanno dal Tien-Shan all’Azerbaigian, Turchestan, Afghanistan ed Iran. I mandorli domestici appaiono nella prima parte dell’Età del bronzo (3000-2000 a.C.). Un esempio archeologico di mandorlo sono i frutti trovati nella tomba di Tutankamon in Egitto (circa 1325 a.C.), probabilmente importate dal Levante. I Romani conoscevano il mandorlo con il nome di “noce greca” e già veniva citato da Virgilio, Orazio e Columella nei loro manoscritti. Il mandorlo viene citato nel “ricettario farmacologico” di Scribonio Largo e nelle opere di Plinio del I secolo d.C. La diffusione geografica della pianta fu merito dei Romani che portarono il mandorlo fino ai piedi delle Alpi ed anche oltre. Le sue proprietà, già note o intuite da Ippocrate, vengono riconosciute dagli Arabi e da loro diffuse nel Medioevo in tutti i paesi del bacino del Mediterraneo, presso tutte le farmacopee ufficiali e ancor più nella medicina popolare. Nel Nord America l’introduzione del mandorlo risale al XVI secolo, mentre in Cile la pianta è arrivata nella seconda meta del XVII secolo. 

In Italia, oggi, la coltura è diffusa soprattutto nelle regioni meridionali ed in particolare in Puglia e Sicilia, sebbene alcune coltivazioni siano presenti anche in altre regioni come la Sardegna, l’Abruzzo, la Calabria, la Basilicata e la Campania, ma con scarso interesse commerciale. Oggi, il maggiore produttore mondiale di mandorle è la California, seguita da Spagna e Italia. La tabella seguente elenca le produzioni dei principali paesi produttori prendendo in considerazione i raccolti degli ultimi due anni. 

Il mandorlo viene citato con ossequiosa riverenza in molte culture. In ebraico il suo nome significa “agitato”, “scosso”, “laborioso” o “vigilante”, dal momento che in Israele, dove è molto sviluppato, è uno dei primi alberi a fiorire all'inizio di febbraio in coincidenza con il Tu BiShvat, festività nota anche col nome di Capodanno degli alberi. Viene anche citato dieci volte nella Bibbia, a cominciare con la Genesi 43:11, dove viene descritto come “tra i migliori frutti”. Nella tradizione pagana la coltivazione del mandorlo si riconduce alla leggenda della bellissima Fillide, principessa della Tracia innamorata di Acamante. Costui seguì gli Achei nella guerra di Troia e, quando dopo 10 anni di guerra i superstiti rientrarono nelle loro città, Fillide morì per la disperazione non vedendo tornare il suo Acamante. La dea Atena, impietositasi di questa tragedia, volle trasformare la principessa in uno stupendo albero di mandorlo. Acamante, che non era morto, quando tornò in patria e seppe del fato di Fillide, abbracciò il mandorlo il quale ricambiò facendo prorompere dai suoi rami nudi fiori anziché foglie. 

Fonti: 

Nutspaper “Mandorla” 1/2008 

it.wikipedia.org/wiki/Prunus_dulcis 

I consigli dispensati NON SONO IN ALCUN MODO DA RITENERSI DI VALORE MEDICO/PRESCRITTIVO. Le informazioni fornite sono a scopo puramente divulgativo e informativo, pertanto non intendono in alcun modo sostituirsi a consigli medici. In presenza di patologie occorre sempre consultare il proprio medico.

Conservazione

Puoi conservare le affettate di mandorle pelate  in luoghi freschi e asciutti, lontani da fonti di calore e umidità. Ecco 4 consigli utili: 

  • La condizione ideale di mantenimento delle affettate di mandorle pelate è in ambiente refrigerato. Le affettate di mandorle pelate possono anche essere conservate senza problemi a temperatura ambiente durante la stagione invernale date le basse temperature. Durante l’estate invece è consigliabile conservare in frigorifero o in ambienti il più freschi possibile, in quanto l’aumentare delle temperature potrebbe favorire il deperimento dei prodotti. 
  • Il contenitore ideale in cui conservare le affettate di mandorle pelate è il vetro. Grazie alla sua costituzione infatti è impenetrabile ad agenti chimici e gassosi, e avendo ottime capacità isolanti termiche mantiene per un tempo più lungo la temperatura iniziale rispetto agli altri materiali. Se il vetro è colorato tanto meglio: utilizzando vetri colorati si impedisce l’ingresso di alcune lunghezze d’onda di luce (inclusa quella ultravioletta) e quindi alcune caratteristiche nutrizionali ed organolettiche rimangono inalterate.  
  • È importante anche il tipo di chiusura del contenitore: un tappo ermetico fa sì che l’alimento sia protetto da un eccessivo contatto con l’ossigeno che può condurre a ossidazione lipidica e che può essere essenziale per i batteri aerobi. 
  • L’ambiente è sempre bene che sia ben areato: ventilando i locali si mantiene sotto controllo l’umidità interna che fuoriesce dalla finestra, garantendo il giusto equilibrio, il che aiuta a sfavorire l’insorgere di muffe.

Dosi consigliate

30 g di affettate di mandorle pelate apportano: 

  • il 34% del valore nutritivo di riferimento di Manganese; 
  • il 31% del valore nutritivo di riferimento di Rame; 
  • il 25% del valore nutritivo di riferimento di Fosforo.  


I fabbisogni individuali variano in funzione dell'età, del sesso, del peso e dell'attività fisica. Un'alimentazione varia ed equilibrata e uno stile di vita sano sono alla base del tuo benessere. 

Proprietà

100g di affettate di mandorle pelate contengono: 

  • Calcio (250 mg - 31% VNR) 
  • Ferro (4.9 mg - 35% VNR)  
  • Zinco (3.8 mg - 38% VNR)  
  • Potassio (786 mg - 39% VNR)  
  • Riboflavina (0.58 mg - 41% VNR)  
  • Magnesio (285 mg - 76% VNR)  
  • Fosforo (591 mg - 84% VNR)  
  • Rame (1.0 mg - 100% VNR)  
  • Manganese (2.3 mg - 115% VNR)  
  • Vitamina E (24 mg - 200% VNR)  
  • Proteine (26 g)  
  • Fibre (11 g) 
  • Acidi grassi insaturi (48 g), monoinsaturi (36 g) e acido oleico (35 g).  
  • Acido linoleico (12 g)   

Si ricorda che le mandorle sono contenute nell’elenco degli allergeni (allegato 2 Reg. UE 1169/2011 e s.m.i.) 

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